Un Buon Natale che tutti accomuna e rende piĆ¹ umani

....dall'amico Don Mario Ferracuti

Giorgio Giorgi

Per una infanzia che “non si perda nel bosco”

 

Nessun periodo è più propizio del Natale per parlare dell’infanzia perché in Betlem “un Bambino è nato per noi” (Is.9,5).  Egli  è “il più  bello dei figli dell’uomo” (Salmo 44), “un abisso di luce”, come afferma l’ebreo Franz Kafka.

Questa è l’Infanzia  che porta il sigillo di Dio.

L’ infanzia dell’uomo è invece una lenta conquista  verso la maturità poiché il soggetto, il bambino, diventa titolare del diritto alla crescita armoniosa,  al benessere personale e culturale,            all’auto-realizzazione come persona, mediante  le risorse affettive ed educative da parte della famiglia e della scuola. Il discorso si fa subito sociale dove la famiglia è il principale protagonista  dell’educazione. Il bambino in essa comincia ad essere senso di se stesso e consapevolezza degli altri, in essa nasce la prima relazione, il primo Sé. Tutti gli studi psicopedagogici o psiconalitici sono concordi: un buon rapporto con i genitori favorisce un giusto sviluppo della vita, un cattivo rapporto è causa di turbe del carattere e del comportamento. L’influenza della famiglia è decisiva perché in essa il bambino, fin dai suoi primi anni, struttura la propria coscienza, si forma il suo equilibrio, tanto che a 5 anni tutto, o quasi, è giocato sul piano della formazione  della personalità. La famiglia è il luogo della appartenenza dove si sviluppa e ricerca la propria identità che sarà premessa alla identità adulta. I primi anni, dunque, fanno la storia dell’uomo perché la nostra vita è come una lunga addizione: in questa operazione basta sbagliare le somme dei primi addendi per continuare a sbagliare fino alla fine.

Postato da Giorgio Leggi tutto 10:09:37 - 2008-12-22


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Commenti

Benedetto XVI

"Egli si è mostrato.Egli personalmente.E adesso è aperta la via verso di Lui. La novità dell'annuncio cristiano non consiste in un pensiero, ma in un fatto: Egli si è mostrato. Ma questo non è un fatto cieco, ma un fatto che, esso stesso, è logos-presenza della Ragione eterna nella nostra carne. Verbum caro factum est (Gv 1,14)...Il fatto è ragionevole. Certamente occorre sempre l'umiltà della ragione per poter accoglierlo; occorre l'umiltà dell'uomo che risponde all'umiltà di Dio"

Postato da Benedetto XVI 10:15:59 - 2008-12-22